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Nizzi: La soluzione all’emergenza è chiudere i ristoranti? Questa volta salta tutto il comparto

Nizzi: La soluzione all’emergenza è chiudere i ristoranti? Questa volta salta tutto il comparto

Parma, 25 ottobre 2020 – «Chiusura dei ristoranti alle 18, quindi il problema siamo noi? È da qui che parte il contagio? A noi non pare. Bisogna essere realisti. Ora più che mai servono regole certe e ragionate e logicamente il massimo rispetto delle disposizioni da parte di tutti – è il commento di Andrea Nizzi, presidente Parma Quality Restaurants, sui contenuti del nuovo Dpcm -. Chi non rispetta le regole è giusto che venga sanzionato. Ma questa ulteriore stretta sui locali non fa che creare problemi su problemi, generando panico e frustrazione. I cittadini sono stanchi di queste decisioni che sembrano prese a prescindere dalla realtà. Le persone dopo la riapertura di maggio sono progressivamente tornate nei ristoranti e hanno continuato a farlo con tranquillità e serenità, perché hanno trovato situazioni nelle quali si sentivano e si sentono tuttora sicure. Almeno qui a Parma è stato così. Non mi sembra di aver letto e nemmeno saputo di particolari criticità legate all’attività ristorativa».

«Ancora una volta, come abbiamo assistito in queste ultime settimane, sembra che si giochi a chi la spara più grossa. In una situazione di emergenza come quella attuale quello che serve è solo una cosa: buon senso. Ma purtroppo sembra che questo proprio non ci sia» prosegue Nizzi. «Chiusure anticipate le possiamo gestire, solo se ragionate. Dobbiamo chiudere alle 24? O alle 23? Vorrà dire che dalle 19 o anche prima saremo pronti per accogliere i nostri ospiti. Ma fare chiudere i ristoranti alle 18 equivale a dire chiudere definitivamente».

«Con la prima ondata della pandemia ci hanno chiesto di abbassare le serrande e di fare sacrifici a fronte di sostegni economici limitati, se non ridicoli in taluni casi. Ma lo abbiamo fatto con senso di responsabilità. Ci siamo poi rimboccati le maniche cercando di lavorare al meglio, senza tirarci indietro davanti ai problemi che incontravamo e lo abbiamo fatto con il sorriso, cercando di guardare in prospettiva, a un ritorno graduale alla realtà – ricorda il presidente del consorzio dei ristoratori -. Parliamoci chiaro, dovremo rapportarci con questo virus ancora per tanto tempo. E quindi cosa facciamo? Continuiamo a chiudere e riaprire per mesi e mesi? È questa la soluzione? Quello che serve sono regole che permettano alle attività economiche di lavorare. E controlli che vigilino sul rispetto di queste regole. Non si può generalizzare, occorre razionalità in base alla situazione contingente. Ma purtroppo finora non ci sembra che sia questo l’approccio scelto dai nostri governanti. In questo momento siamo tutti disponibili a fare sacrifici, ma chiediamo anche rispetto. Un’altra chiusura non possiamo permettercela, perché le conseguenze economiche e sociali sulle vite dei lavoratori e dell’indotto di questo settore sarebbero disastrose e irrecuperabili».

«La nostra idea è stata quella di rendere omaggio a Parma con un nuovo dessert che esprima con i suoi ingredienti classici il radicamento al territorio, puntando a diventare una specialità identitaria della nostra gastronomia» spiega Battistini. Un progetto diventato presto corale con la collaborazione dei ristoratori del Parma Quality Restaurants che hanno condiviso la filosofia del pasticcere, inserendo il dessert nei rispettivi menù.

«Quello in corso doveva essere un anno di grande stimolo e rilancio della nostra provincia e anche la ristorazione era ricca di progetti, poi purtroppo tutto è cambiato a causa della pandemia, ma lo spirito di sacrificio e di senso di comunità ci hanno aiutato ad affrontare il momento nefasto e come accadde spesso, è proprio in queste occasioni, che si innescano nuovi modi di guardare al mondo e al futuro – commenta Andrea Nizzi, presidente del Parma Quality Restaurants – Quello che speriamo è che fra qualche anno, assaggiando questo dessert, si possa sorridere per il piacere della sua dolcezza e per i ricordi che evoca, perché le difficoltà sono state superate e si è tornati a una nuova normalità, di cui “Venti Venti” è espressione».

Alcuni chef del Parma Quality Restaurants con al centro il pasticcere Alessandro Battistini

«Se ci pensiamo bene, nella pasticceria locale, manca un vero dolce che ci identifichi, una specialità che ci caratterizza anche agli occhi del visitatore straniero, a differenza di altri piatti o prodotti – continua Nizzi -.”Venti Venti” di Battistini cerca di fare questo e come ristoratori siamo stati subito entusiasti di condividere il progetto e di farci a nostra volta ambasciatori del dessert, inserendolo nei menù dei ristoranti, magari attraverso forme diverse, in linea con le singole cucine».

A svelare “Venti Venti” è lo stesso Battistini: «La ricetta ripropone in chiave moderna gli ingredienti alla base della pasticceria locale. Si parte da un fondo croccante di cioccolato e fior di sale, per proseguire con gli strati di cremoso al caffè, biscuit al cacao inzuppato al rum, chantilly allo zabaione, mousse al gianduia e infine glassa dalla tonalità giallo ocra. Un connubio di sapori che rispecchiano la cucina tradizionale, caratterizzata da spiccata dolcezza e lavorazioni ricche, a cui si aggiunge un leggero tenore alcolico che piace molto a noi parmigiani».